La Rai torni servizio pubblico
Stefania Brai*
No alla privatizzazione della cultura. È necessaria una RAI che torni ad essere servizio pubblico, come 20 anni fa
Nel 2012 parlavamo di “sospensione della democrazia” a proposito delle nomine Rai da parte di Monti, quando cioè il presidente e il direttore generale furono nominati direttamente dal governo.
E la sospensione della democrazia – formalizzata dal governo Renzi che ha riportato la Rai a prima della riforma del 1975, riconducendola sotto il diretto controllo politico del governo – continua fino ad oggi, nel silenzio generale. Continua dal punto di vista formale con la nomina da parte di Draghi di Carlo Fuortes ad amministratore delegato e di Marinella Soldi a presidente della Rai, ma continua ancora di più dal punto di vista sostanziale perché a dirigere la più grande istituzione culturale pubblica del paese vengono messi donne e uomini espressioni del mondo economico e manageriale e per questo ritenuti “neutrali dal punto di vista politico”. Scelti in realtà in perfetta coerenza con una politica economica, sociale e culturale che lavora per una società basata sulla precarizzazione del lavoro, dove tutto è merce e mercato e tutto deve essere privatizzato.
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