Il carcere è inumano e degradante
A cosa servono gli istituti penitenziari? A raccogliere e nascondere il fallimento delle politiche di inclusione e accoglienza.
Le carceri italiane sono disumane e negano la dignità, tanto della popolazione detenuta quanto di chi vi lavora. Sono un costo – non solo economico – per l’intera società, senza comportare alcun beneficio.
Le persone condannate si trovano in spazi sovraffollati, che rappresentano delle vere e proprie bombe a orologeria, sotto pandemia Covid-19. Lo stesso vale per chi vi opera, sottoposto/a a turni massacranti e a tutele del tutto inadeguate, a fronte di livelli insufficienti di organico.
La prigione è un’istituzione di classe: colpisce le persone povere o in condizioni di fragilità.
Per questi motivi come Partito della Rifondazione Comunista chiediamo:
– l’inclusione della popolazione carceraria tra le prime fasce incluse dalla campagna vaccinale SARS-CoV-2;
– la liberazione anticipata speciale e la sospensione dell’emissione dell’ordine di esecuzione delle pene detentive fino al 31 dicembre 2021, come chiesto dai Garanti dei Detenuti,
– l’apertura di un dibattito pubblico che porti al superamento della giustizia afflittiva, a favore di logiche riparative, che sappiano guardare anche alle vittime dei reati e all’intera società. Occorre puntare all’autoresponsabilizzazione delle persone.
Anche in questo ambito deve valere la Costituzione repubblicana, che all’Articolo 27 vieta trattamenti contrari al senso di umanità, rispettando quanto stabilito dalla CEDU in merito al divieto di politiche disumane e degradanti!
Partito della Rifondazione Comunista