Ilio Barontini (1951-2021)
Oggi, 22 gennaio 2021, vogliamo ricordare Ilio Barontini, morto questo giorno settanta anni fa in un incidente d’auto a Scandicci, insieme ai dirigenti comunisti livornesi Leonardo Leonardi e Otello Frangioni.
In quell’anno era senatore della Repubblica, eletto nel 1948. Prima, nel 1946, aveva fatto parte dell’Assemblea Costituente come deputato – sempre con il PCI. Ma, prima di essere dirigente, fu combattente esperto che istruì e coordinò i GAP (Gruppi di Azione Patriottica) e le SAP (Squadre di Azione Patriottica) in diverse città dell’Italia centro settentrionale, ottenendo anche per questo riconoscimenti militari internazionali.
La sua esperienza militare fu maturata negli anni combattendo in Cina, in appoggio ai rivoluzionari di Mao Tse-Tung, dopo l’espatrio in Francia, a causa dell’ascesa del fascismo in Italia e l’addestramento in URSS. Successivamente combatte nella Guerra Civile Spagnola, in Etiopia con la resistenza ai fascisti italiani e in Francia organizzando militarmente i partigiani comunisti del FTP (Francs-Tireurs Partisans).
La stampa dei giorni successivi alla sua morte ci racconta di quanto importante fosse la sua figura come riferimento per le persone, per le operaie e gli operai, per le contadine e i contadini. Era quindi forte il suo legame con la cittadinanza toscana, in quanto originario di Livorno, dove svolse la sua militanza politica prima delle persecuzioni fasciste e dove contribuì a fondare il PCd’I il 21 gennaio 1921. Viene raccontato di come le persone chiudevano i negozi, abbandonavano i luoghi di lavoro e i campi, per affollarsi nelle strade da tutti i comuni vicini, con ogni mezzo possibile, per dargli l’ultimo saluto.
Negli anni aveva raccolto su di sé un riconoscimento ampio, poiché racchiudeva nella sua persona una sintesi della figura del rivoluzionario: era attivo nella militanza, sul proprio luogo di lavoro, nelle strutture politiche e sindacali, come dirigente; quando arrivò il momento di imparare a combattere sul campo non si sottrasse a questo compito. E per questo fu una figura non distante, ma molto vicina a quel popolo per cui rivendicava il diritto a un mondo più giusto.
Ripensando oggi, nel 2021, in piena crisi pandemica e globale, alla sua storia, si soffre il distacco e lo scollamento della politica e delle sue figure rispetto ai luoghi dove vivono le persone che più soffrono questo mondo precario e instabile. Se pensiamo al riconoscimento ricevuto da Ilio Barontini anche attraverso ruoli istituzionali, soprattutto per i suoi meriti sul campo in una crisi globale, nel periodo delle due guerre mondiali, viene da chiedersi: oggi figure che hanno lottato e che lottano nella crisi attuale troveranno spazio politico per suggerire la costruzione di un mondo in cui drammi come quelli che stiamo vivendo ora si possano evitare?
È possibile immaginare che le figure che hanno scritto parte della storia recente vivendola in prima persona siano coinvolte direttamente nei processi di ricostruzione e di cambiamento rispetto alle contraddizioni che questa pandemia sta palesando e che vengono sistematicamente ignorate da chi dirige il Paese oggi?
Noi pensiamo che questo spazio debba esserci e debba essere costruito, poiché gli interessi che vengono portati avanti nei luoghi della “democrazia” non siano quelli di chi fa profitto sul lavoro delle altre persone, come Confindustria, che durante la strage di Bergamo continuava a chiedere di tenere i luoghi di lavoro aperti, sostenendo che solo questo sistema economico conta, più della vita e della salute delle persone.La commemorazione di un compagno come Ilio Barontini oggi non ci ricorda solo che le lotte di allora per la costruzione di un mondo nuovo, su misura dei bisogni di ciascuno e ciascuna di noi, sono ancora attuali e tutt’altro che concluse : al termine di quel periodo fu affidato anche agli eroi della resistenza di ieri il compito di ricostruire il Paese, mentre agli eroi della resistenza di oggi che compito viene affidato?
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Firenze, 22 gennaio 2021